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Presentazione al fascicolo
 
" Un concerto di ricordi"



Vive nella dinamica delle forme la pittura di Vincenzo Policarpo. Il senso del movimento attraversa non solo biciclette e barche, ma anche mandolini e altri strumenti musicali, bottiglie e brocche e anche figure umane. Un modo di percepire il reale in una logica formale sottoposta a forte tensione di segni in libertà. Per l'artista siciliano, che vive ed opera da decenni a Modena, è inadeguata una pittura intesa come rappresentazione statica della realtà quotidiana. Questa deve fondarsi su un'esigenza di dinamismo che i caratteri segnici di trasformazione del linguaggio possono garantire, con una radicale impostazione strutturale che non rinuncia ad elementi di indicazione dell'immagine, sottoposta ad estreme mutazioni. è desiderio dell'artista rendere le immagini di una vitalità perenne, teorizzando la possibilità di ridefinire l'essenza stessa delle cose in un sistema di relazioni orchestrate con rapidità di annotazioni segniche. Annotazioni che consentono un gioco di scomposizioni e combinazioni che non annullano ma vivificano fortemente la presenza di oggetti, paesaggi e figure. I vari elementi sembrano redimere l'immagine dalla sua banalità, facendole riacquistare vivaci cadenze per un recupero autentico di esistenza. Quella libera "miscellanea" di linee e di colori che invade il nucleo figurativo posto spesso come centralità dell'opera, sostiene un azzardo linguistico di trasgressione che qualifica la composizione, proprio attraverso una "traslitterazione" di segni inconsueti che sembrano cercare legami tra il visibile e il fantastico. Segni astratti che rendono piena e positiva la risonanza delle cose.

 Occorre con lo sguardo inoltrarsi tra le pieghe della sua figurazione per scorgere alcune strutture interne che qualificano l'opera in una rèverie di immaginazione e di memorie. Dal dispiegarsi dell'energia interna dei segni, del loro combinarsi e comporsi risulta la capacità di esistenza dell'immagine, con i suoi significati palesi o latenti, con le sue risonanze poetiche e simboliche.
è quanto accade in Strumenti musicali, in Mandolini, dove gli aspetti figurativi si contaminano, su una superficie vibrante, di vivificanti notazioni coloristiche non tanto per offrire la rappresentazione degli oggetti, ma quanto per dare il senso della loro "architettura" non solo esteriore. Un'architettura con rimandi a sensi arcani, a motivi lirici, ad una melodia che si effonde attraverso la proiezione di articolazioni lineari e cromatiche. è possibile anche inscenare un Concerto, capace di reggersi su una composizione con accenni cubisti e futuristi, per una visione analitica degli strumenti musicali colti nelle loro relazioni simultanee, per le forme modellate quasi plasticamente. Ritmi morbidi e curvilinei esaltano in una variegata gamma cromatica la simultaneità di tante parti che non fanno perdere agli oggetti la loro identificazione.


 Si delinea nelle Biciclette la tendenza ad avverare la dinamica del movimento, per il ritmo vertiginoso della composizione, per la complessità della nozione dello svolgimento dell'azione, con rimandi a nostalgie per le concezioni dei Futuristi che sostenevano: "Tutto si muove, tutto corre, tutto si svolge rapido... Un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari". Nel ritmo vertiginoso delle biciclette le ruote trovano, nella struttura delle deformate circonferenze marcate da un segno intenso, una armonia con un cromatismo acceso, di coesione interna, con una moltiplicazione dei punti di vista dell'immagine che la visione dell'impianto del quadro accelera, esperienza del Paesaggio si basa ancora sulla violazione dei canoni della prospettiva tradizionale, con un'audace frammentazione geometrica che si espande in numerose articolazioni nello spazio. Ma è il carattere di una creatività pura e spontanea a farsi motivo di ordinamento dell'opera concepita con forme semplici. Un'"architettura" di essenzialità che si può riscontrare anche nelle Barche, con gli scorci marini che non perdono la loro naturale meraviglia. L'atteggiamento conoscitivo non cambia anche nei quadri con Bottiglie e brocche, nei Fiori, anche se la scomposizione delle forme non tradisce residui concreti e, quindi, una certa leggibilità, per un stile grafico che cerca e trova nel colore una sua assoluta efficacia esplicativa. Se le bottiglie e le brocche subiscono una certa destrutturazione dell'immagine articolata in varie parti, i fiori si avvalgono di sobri accordi cromatici per definirsi, nella loro castità totale, come stato d'animo dell'autore.

 Solo la figura umana (Ragazza), pur connotandosi in alcune parti di un'audace schematicità di linee arcuate e taglienti, non rinuncia a contorni essenziali per accentuare la compattezza della forma in un'immagine ricomposta nella sua peculiare identità. Tutta la pittura di Policarpo assume la consistenza di un ricco ed articolato tessuto, con esiti di un linguaggio geloso della sua logica compositiva che considera la forma come momento di genesi, del divenire.


 Michele Fuoco 


 
 
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